Economia e Società in Abruzzo: ecco il rapporto CRESA 2013

L’economia italiana stenta a riavviarsi su un sentiero di crescita. Il 2013 è stato ancora un anno negativo, con un calo del Pil del -1,9%, in lieve rallentamento rispetto al -2,4% dell’anno precedente. L’andamento produttivo rimane stagnante, anche se gli indicatori congiunturali nella prima parte del 2014 mostrano fragili segni di miglioramento.

A differenza di altri paesi europei, come la Germania o il Regno Unito, l’Italia è stata investita da una seconda fase recessiva avviatasi nel corso del 2010: tale fase negativa è risultata meno intensa ma più prolungata della precedente e caratterizzata da una forte caduta della domanda interna con qualche recupero mostrato, viceversa, da quella estera.

La ripresa rimane però fragile: esiste incertezza sulle prospettive future della domanda; d’altra parte, in presenza di ampi margini di capacità produttiva inutilizzata le imprese sono ancora restie a produrre e investire.

E’ Quanto emerge dal Rapporto CRESA 2013 “Economia e società in Abruzzo”.

Con maggior vigore rispetto ad altre aree d’Italia, il vortice della crisi ha investito – e tutt’ora investe – la nostra regione. Il 2013 si è chiuso con una flessione del Pil del -4,1%, una contrazione che, pur escludendo la sola agricoltura, ha investito pesantemente tutti i settori e con maggiore intensità costruzioni e manifatturiero. Gli effetti della recessione si leggono anche nei numeri dell’occupazione - gli occupati diminuiscono del 3,4%, il tasso di disoccupazione si avvicina pericolosamente alla soglia del 12% – nella progressiva perdita del potere d’acquisto delle famiglie, nelle 1.600 imprese attive in meno – saldo determinato non solo dall’aumento delle aziende che chiudono, ma anche dalla minor propensione ad aprire nuove attività. La produzione dell’industria manifatturiera è diminuita, sebbene a un ritmo inferiore rispetto all’anno precedente: resiste – e spesso si consolida – chi ha fuori dai confini nazionali il principale mercato di riferimento e aumenta il fatturato delle aziende che esportano e di chi opera in stretta connessione con esse.

L’attività di ricostruzione nell’area colpita dal sisma ha continuato a sostenere i livelli produttivi dell’edilizia. La debolezza del comparto rimane tuttavia elevata nelle altre aree, in presenza di un’ulteriore flessione delle compravendite nel mercato immobiliare.
La contrazione del reddito disponibile, in parte attenuata dall’accresciuto ricorso alle prestazioni sociali, si è tradotta in un significativo calo dei consumi delle famiglie. Ne ha risentito la dinamica dell’attività produttiva del terziario, indebolita anche dal ristagno della domanda di servizi da parte delle imprese.
Le esportazioni sono diminuite in valore, trascinate in basso soprattutto dai settori dell’elettronica e del farmaceutico; si è registrata invece una ripresa delle vendite all’estero di mezzi di trasporto e dei prodotti dell’industria alimentare.

Le esportazioni continuano nel complesso a collocarsi su livelli inferiori rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi. Nell’ultimo quinquennio si è assistito a una riallocazione delle vendite per aree di destinazione a scapito dei paesi dell’area dell’euro.
Il numero di occupati è diminuito sensibilmente rispetto all’anno precedente, in particolare nell’industria e nelle costruzioni; anche nelle attività terziarie il calo è stato piuttosto forte. La flessione dell’occupazione ha riguardato soprattutto la componente maschile, quella a tempo parziale e quella più giovane.

Come di consueto questo volume, oltre ai capitoli in cui sono trattati i principali andamenti dell’economia regionale, offre una serie di approfondimenti che concernono la dimensione più strettamente sociale. Il capitolo 3.1 approfondisce le questioni inerenti la struttura demografica abruzzese e le sue principali caratteristiche evolutive. I capitoli 3.2 e 3.3 illustrano due importanti aspetti del contesto regionale: rispettivamente, una rappresentazione delle famiglie abruzzesi e dell’istruzione in Abruzzo alla luce dei dati dell’ultimo Censimento generale della popolazione.
Completano il volume tre diversi approfondimenti su aspetti particolarmente dibattuti nell’attualità regionale, “L’innovazione nel settore agroalimentare abruzzese: una valutazione basata sulle istanze di brevetto” di Luciano Fratocchi, “Il modello di specializzazione regionale delle esportazioni abruzzesi” di Lelio Iapadre, “Mercati creditizi locali ed esperienza abruzzese dall’avvio dell’euro alla grande recessione” di Nicola Mattoscio.
“In questa edizione del Rapporto – si legge in una Nota – abbiamo cercato di evidenziare numeri e fenomeni che ci aiutassero a ricordare il 2013 e in parte l’anno in corso con qualche segnale di speranza.
Al di là delle criticità, che vanno comunque sottolineate, è importante volgere lo sguardo a chi (e non sono pochi) ce la sta facendo in questi anni, per capire se esistono ricette – o, almeno, azioni – di potenziale successo che possono essere estese all’intera regione. Un tratto comune che sembrerebbe emergere, per le imprese che negli ultimi anni hanno creato nuova occupazione e realizzato risultati economici rilevanti, è la qualità del sistema di relazioni che hanno queste imprese posto in essere. Crescono le esportazioni delle imprese che hanno forti legami con imprese localizzate all’estero; creano nuova occupazione le imprese appartenenti a filiere dove manifatturiero e terziario sono sempre più integrati; migliorano i risultati economici delle imprese che hanno prima di tutto investito sul sistema di relazioni interno all’azienda, sui rapporti con la comunità di appartenenza, sulla riconversione in senso ecologico delle attività.
D’altra parte, chi offre beni o servizi che vengono già proposti da altri, in assenza di conoscenze o competenze distintive, è a forte rischio di esclusione. Se, da un lato, è vero che la natura della sfida è globale, è altrettanto vero che la competitività dell’impresa si costruisce a partire dalla qualità dei sistemi territoriali locali. Nessun risultato è raggiungibile se non vi è compresenza di un insieme di istituzioni formali ed informali che consentano a persone ed imprese di perseguire i propri obiettivi individuali interagendo e contribuendo collettivamente al benessere generale”.

Scarica il volume del CRESA in formato .pdf

5 novembre 2014

Fonte: CRESA

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