Legge di Stabilità 2015 approvata in CdM: il testo ufficiale

Legge di Stabilità 2015 approvata in CdM con limature al testo fino all’ultimo: rispetto a quanto preannunciato dal premier Matteo Renzi, la manovra finanziaria vale 36 miliardi (di cui 15 mld da Spending Review), rispettando l’impianto generale incentrato sui tagli fiscali ma con alcune novità (es.: credito d’imposta per la Ricerca, regime forfettario per le Partite IVA) e la corsa per inserire l’anticipo del TFR. Analizziamo le misure ricordando che il Ddl approvato è il primo passo verso l’approvazione della Legge dopo l’iter parlamentare, sottoposta anche al vaglio UE (sul rispetto dei vincoli di bilancio).

Misure finanziate

Confermati i 18 miliardi di euro di taglio delle tasse (cuneo fiscale), di cui 9,5 mld per il Bonus IRPEF da 80 euro ai lavoratori  in busta paga e 5 mld per azzerare dal 2015 la componente lavoro dell’IRAP. Uno dei “pezzi forti” per i ai datori di lavoro è la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato per tre anni (1,9 mld). Arrivano poi 300 milioni di risorse destinate al credito d’imposta per Ricerca e Innovazione: agevolazione fiscale del 50% per incrementi annuali di spesa delle PMI che fatturano meno di 500 milioni. 

Sul piatto ci sono poi i 500 milioni per sgravi alle famiglie numerose, con esenzione ticket entro fine 2015 ed un “bonus figli” fino al terzo anno di età e proporzionale al reddito, per i bambini nati tra il 2013-2015. A questo si aggiungono: 1,5 mld per finanziare gli ammortizzatori sociali 2015 e 1 miliardo per l’assunzione di precari nella Scuola.

Bonus IRPEF

Il  bonus in busta paga viene riconfermato, senza ampliamento della platea alle famiglie numerose monoreddito (si era invece sperato di estenderlo ai redditi fino a 31mila euro in presenza di due figli a carico, 40mila con tre figli, 50mila con quattro figli, per evitare un meccanismo poco virtuoso della soluzione attuata nel 2014). Gli 80 euro diventano strutturali ma diventano una detrazione.

Anticipo TFR

Il capitolo TFR in busta paga è rimasto aperto fino all’ultimo e alla fine inserito in Finanziaria, con 100 mln di risorse (a garanzia INPS e controgaranzia dello Stato) per l’anticipo del trattamento di fine rapporto per chi vorrà averlo in busta paga. Sarà dunque il lavoratore a scegliere se farselo versare o meno e le banche anticiperanno alle imprese le risorse per pagare il TFR in busta paga. Come funziona: a fronte della richiesta del dipendente, l’impresa si fa rilasciare dall’INPS una certificazione di diritto alla prestazione, che viene poi trasmessa alla banca che, a sua volta, eroga il finanziamento. La misura sarà attivata verso la metà – previo decreto attuativo e convenzione con l’ABI (non è prevista obbligatorietà tra gli istituti di credito) – prossimo anno ma avrà effetto retroattivo sul 2015.

Partite IVA a basso reddito

Per le Partite IVA a basso reddito (sotto i 15.000 euro) è stata inserita una novità, come annunciato da Renzi in conferenza stampa:

 «Oltre 900mila Italiani avranno accesso ad uno sgravio fiscale inserito in misure già previste: anziché spendere migliaia di euro per tasse e commercialista, avrà un regime forfettario che significherà un risparmio da 800 mln per 900mila titolari di Partita IVA»

Fonte: PMI.it

16 ottobre 2014

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