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CASASCO: «POLITICI LONTANI DAL MONDO DEL LAVORO

Il presidente nazionale della Confederazione è intervenuto a margine dell'assemblea di Confapi Sanità Veneto a Innovabiomed: «La flat tax può essere una soluzione».

Presidente, ha seguito la battaglia di Confapi Padova, che tanto riscontro ha trovato anche sui media nazionali, sulle promesse elettorali fatte con i soldi dei cittadini?

«Se si trovasse il modo di abbassare le tasse e il cuneo fiscale e contemporaneamente poter finanziare tutte le promesse elettorali che i candidati stanno facendo allora tutti sarebbe contenti. Il problema è l’equilibrio da trovare. E la via è la riduzione della spesa pubblica, come rimarchiamo da tempo: non esistono ricette diverse». A rispondere è Maurizio Casasco, presidente nazionale di Confapi, Confederazione italiana della piccola e media industria privata che rappresenta 83mila imprese con più di 800 mila addetti che applicano i 13 Contratti nazionali di lavoro. L’occasione dell’incontro è il workshop organizzato da Confapi Sanità Veneto a Innovabiomed.

Teme che le sue considerazioni cadano nel vuoto?

«Se fossero gli imprenditori a governare questo Paese e non persone che non conoscono la realtà del mondo del lavoro non avrei questo timore. Vedete, il tessuto economico italiano è fondato sulle Pmi ed è importante che in questo momento così delicato le forze politiche candidate alla guida del Paese ne recepiscano le reali esigenze. Purtroppo non vedo grandi cambiamenti a riguardo e ho il timore che i risultati, al di là delle promesse, saranno pari… alle premesse».

Come vede il Paese dopo l'appuntamento elettorale del 4 marzo?

«Temo l’ingovernabilità. Ciò che si prospetta è un risultato poco chiaro dalle urne a cui dovranno seguire accordi basati su larghe intese. E gli accordi all’italiana, lo sappiamo, sono diversi da quelli che escono dalle grandi coalizioni tedesche. In sostanza ho il timore che non si muova nulla e che ricadremo nel solito dejà vu».

Al centro del dibattito politico-economico c’è la Flat Tax. Qual è la sua posizione a riguardo?

«Io sono favorevolissimo a qualsiasi misura riduca il cuneo fiscale. La Flat Tax può essere una soluzione. È un’idea che può muovere l’Italia, ferma da quarant’anni. Sulle spalle delle piccole e medie imprese italiane, costrette a far fronte anche a una grande difficoltà di accesso al credito, c’è un eccessivo peso fiscale che le scoraggia a investire, ad assumere e, spesso, addirittura impedisce di poter continuare la propria attività. Bisogna intervenire e occorre farlo subito. Le imposte sui redditi da lavoro vanno alleggerite per incidere sul cuneo fiscale, fra i più alti d’Europa, e dare così prospettive alle imprese. Per farlo occorrono politiche strutturali, meno burocrazia, ma soprattutto serve quel coraggio che finora è mancato».

La questione non riguarda solo la classe politica.

«Infatti, in questo senso occorre un intervento energico anche sul sistema sindacale. Se non si capisce che quando si parla di lavoro si deve pensare alla situazione dell’economia di mercato in termini globali non si va da nessuna parte. Oggi abbiamo un governo debole e un sindacato vecchio. Le stesse associazioni di categoria, a partire da noi di Confapi, sono chiamate a rinnovarsi. Occorre un cambiamento radicale nei rapporti del mondo del lavoro».